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I filmati e le fotografie presenti in queste pagine sono prese da molte fonti diverse. Non c'è modo di dimostrare assolutamente che una di queste immagini rappresentino il vero. Non c'è ragione di scrivere e dire che una fotografia certa è un falso. Noi presentiamo solo ciò che è stato presentato a noi. Grazie.

sabato 5 febbraio 2011

LE SFERE DI PIETRA DEL COSTARICA

Le sfere furono scoperte per caso negli anni '30 nelle regioni meridionali del Costarica durante il disboscamento della foresta per far spazio alle piantagioni di banani; durante gli scavi vennero fuori migliaia di queste sfere in granito dal terreno.
     
 











Ogni sfera ha una dimensione che varia dai 30 centimetri ai 2 metri di diametro , e di un peso che varia dai pochi kg alle 25 tonnellate. Sulla funzione delle sfere, il significato, l'età,il luogo ,come furono scolpite e chi le scolpì, non esiste ancora una spiegazione valida da parte degli stessi archeologi: gli studiosi ipotizzarono un'età di circa 2mila anni, ma non comprendevano il perché coloro che le scolpirono avessero scelto una zona così inospitale in cui posizionare le sfere. 
Evidentemente quando furono posizionate, il paesaggio era ben diverso da come lo è oggi, furono state probabilmente circondate col tempo dalla vegetazione tropicale.  
Altri archeologi ritengono che le sfere rappresentano artisticamente il Sole e la Luna o alcune costellazioni, quindi con la loro la posizione originale potevano rappresentare delle mappe astronomiche, altri invece ritengono che la loro perfetta sfericita è dovuta ad un naturale processo di erosione. Lo studioso estone Ivar Zapp che da anni viveva in Costarica e da tempo studiava le enigmatiche sfere scoprì qualcosa di interessante. Studiando le poche Sfere rimaste nei luoghi d'origine Zapp ebbe un intuizione: utilizzando il metodo dell'archeoastronomia e studiando le carte geografiche del paese scoprì che proprio nelle zone meridionali da cui provenivano le sfere, c'era un paese chiamato Bolas e una collina con lo stesso nome. Quando unì con una linea le due zone sulla mappa utilizzando un righello, scoprì che prolungando la linea, questa proseguiva verso il mare e arrivava in un paesino di nome Uvita, situato sulla costa dell'Oceano Pacifico. Nel misurarne il volume, Zapp scoprì che queste erano sferiche e levigate in modo così perfetto, da risultare brillanti da vedersi in lontananza; questo gli fece capire che l'intuizione era giusta, che dovevano quindi realmente rappresentare delle rotte da seguire. Oltre al paesino di Uvita, il ricercatore venne a conoscenza di un'altra Uvita, un'isola posta dal lato opposto della costa, sull'oceano Atlantico, nei pressi di Puerto Limòn; un'isola su cui approdò anche Cristoforo Colombo. Zapp pensò anche qui di unire con un'altra linea le due Uvita e scoprì che queste s'incrociavano sul monte Chirripò, il più alto del Centroamerica. Al centro di questa linea sul monte esiste ancora oggi una stradina chiamata dagli abitanti del luogo "Sentiero del Camposanto della Macchina dell'Oro". Secondo una leggenda il nome deriva da un oggetto che fu sepolto nell'era precolombiana descritto come una macchina volante.Esplorando la zona, Zapp trovo antiche rovine, mentre sui fianchi della stessa montagna si trovavano altre rotte, che scoprì grazie alle segnalazioni di uno studente di nome Humberto Carro. Con questa scoperta il ricercatore comprese che questa doveva essere la strada giusta per quanto riguardava la funzione delle sfere, ma purtoppo ad altro non era possibile arrivare dal momento che quasi tutte le Sfere trovate tempo fa nella zona erano ormai state rimosse e quindi si era persa per sempre la possibilità di scoprire ulteriori rotte ancora sconosciute.


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